Archive for the ‘Esperienze-nei-dintorni’ Category

Carnevale di Viareggio 2011

January 17, 2011
Carnevale di viareggio 2011

Bozzetto carro - L’erba di casa mia

Al termine delle vacanze di Natale non mancano le occasioni per soggiornare ancora in Toscana pensando alla cultura e al divertimento, a Viareggio arriva il Carnevale e il periodo più movimentato dell’anno

manifesto ufficiale 2011

Realizzato da ANICHINI FRANCO

altro bozzetto in concorso

Corsi mascherati da Domenica 20 febbraio a Domenica 13 marzo.

Inoltre la sera la festa continua con musica e piatti tipici ai carnevali rionali.

Un esempio? Potete andate al corso mascherato sulla passeggiata nel tardo pomeriggio di domenica 6 o martedi 8 Marzo, proseguire con cena a base di risotto o fritto di mare nel Rione Darsena e  concludere la serata partecipando alla sfilata rionale.

Inoltre al Museo del Carnevale potete scoprire tutti i segreti e i trucchi della cartapesta.

Museo del carnevale

Museo del carnevale

Teatro intorno a Pisa

January 5, 2011
Gennaio 2011
L’ALTRO TEATRO 2011
Cascina e Pontasserchio
news
stagione serale
informazioni biglietteria

11-12-13-20-21-22 gennaio ore 21.00
RE NUDO
La Città del Teatro
.
messa in scena di una favola sull’inganno
testo e regia di Alessandro Garzella
29 gennaio ore 21.00
SCALPICCII SOTTO I PLATANI
Teatro Rossini
fuori abbonamento – ingresso libero
l’estate del ’44 a Sant’Anna di Stazzema
narrazione di e con Elisabetta Salvatori
al violino Matteo Ceramelli
5 febbraio ore 21.00
URGE
La Città del Teatro
.
di e con Alessandro Bergonzoni
12 febbraio ore 21.00
DON CHISCIOTTE
Teatro Rossini – Pontasserchio
.
con Roberto Herlitzka e Lello Arena
14 febbraio ore 21.00
BARBONI
La Città del Teatro
.
di Pippo Delbono
19 febbraio ore 21
INDAGINE D’AMORE
La Città del Teatro
.
Compagnia Teatri d’Imbarco
24 febbraio ore 21
ESSEDICE tratto da “S.” di Gipi
Teatro Rossini
.
Gipi/I Sacchi di Sabbia/Ferdinando Falossi
27 febbraio ore 21
18 MILA GIORNI Il pitone
La Città del Teatro
.
con Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa
5 marzo ore 21
THE OFFICE
Teatro Rossini
.
Jack and Joe Theatre
di e con Adriano Miliani e Alexey Merkushev
19 marzo ore 21
L’ANIMA DELLA TERRA (VISTA DALLE STELLE)
La CIttà del Teatro
.
uno spettacolo di parole e musica con
Margherita Hack e Ginevra Di Marco
26 marzo ore 21
IL TEMPO DELLE SUSINE VERDI
Teatro Rossini – Pontasserchio
.
Paolo Hendel
2 aprile ore 21.00
TOLEDO SUITE
Teatro Rossini
.
di e con Enzo Moscato
15 aprile ore 21.00
LA FILA INDIANA
La Città del Teatro
.
di e con Ascanio Celestini
30 aprile ore 21
LA TRILOGIA DEGLI OCCHIALI
La Città del Teatro
.
Acquasanta, capitolo I
Il Castello della Zisa, capitolo II

testo e regia Emma Dante

6 maggio ore 21
CERIMONIA
Teatro Rossini
.
Progetto per una nuova messa in scena di
Lorenzo Gleijeses

 

Calci – Museo di storia naturale e del territorio – Natale 2010

November 22, 2010

Certosa di Calci - Pisa

Ecco il programma per le prossime festività, da parte del Museo di Storia Naturale e del Territorio presso la Certosa di Calci

MUSEO IN FESTA!
Tutti al Museo con Babbo Natale e la Befana!

Domenica 19 Dicembre 2010
Ore 14.30
Natale al Museo!
Per tutti visita guidata al Museo e
per i bambini una divertente visita guidata animata!

Sale paleontologia calci

Sale paleontologia

Domenica 26 Dicembre 2010
Ore 14.30
Museo in festa!
Per tutti visita guidata al Museo!

Domenica 2 Gennaio 2011
Ore 14.30
Museo in Festa!
Per tutti visita guidata al Museo!

Giovedì 6 Gennaio 2011
Ore 14.30
Befana al Museo!
Per tutti visita guidata al Museo e
per i bambini una divertente visita guidata animata!

Costi:
Adulti: Ingresso euro 5,00 Visita guidata euro 2,50
Bambini: Ingresso euro 3,50 Visita guidata euro 2,50
E’ gradita la prenotazione telefonica al numero: 050 2212970

Centro Interdipartimentale Museo di Storia Naturale e del Territorio
Servizi Educativi Responsabile Dott.ssa Angela Dini

Scarica la brochure del Museo in festa (Natale 2010)

Bookmark and Share

Notte dei Musei – Calci

May 4, 2010

15 maggio La notte dei Musei

dalle 21 alle 23 apertura gratuita Certosa Museo di Storia Naturale e del Territorio
21.00 partenza prima visita. 21.45 partenza seconda visita.
Vulcani e Pesci: due proposte del Museo per amico Museo, tutte le info: http://www.msn.unipi.it

Bookmark and Share

L’orto botanico di Lucca

April 7, 2010

L’orto botanico nel Parco delle Mura

L’orto botanico lucchese nasce in una nicchia storica molto particolare: tra il bastione di San Regolo, gli orti del convento di San Micheletto e i giardini dei palazzi costruiti per la corte di Elisa ai primi del XIX secolo. Dunque, un’area fortemente connotata e già tradizionalmente destinata alle funzioni ludiche (si ricorda che era questa la zona nella quale si praticava il “gioco del pallone”), che rende l’Orto di Lucca “giardino” pubblico, luogo segreto di raccolta e di studio nel più ampio contesto del Parco delle Mura.

La sua stessa storia, coi curatori che si sono avvicendati a partire dal primo ventennio dell’Ottocento, ha tracciato un percorso culturale polisemantico, testimoniato dalle collezioni vive, dalle riproduzioni di gesso, dagli erbari, dalla biblioteca. Tale patrimonio si arricchisce grazie a una vivace attività di ricerca, promozione e didattica, alle relazioni interdisciplinari avviate tramite esposizioni tematiche e mostre mercato come Murabilia, legate tra loro dal filo rosso di una coltura/cultura aperta al godimento della comunità non soltanto locale.

Rigore scientifico, dunque, e coinvolgimento estetico a tutto tondo. È su questa duplice valenza che l’Opera delle Mura fonda le strategie di valorizzazione e di sviluppo dell’Orto di Lucca come “museo laboratorio” della botanica, dove la ricerca e la catalogazione interagiscano con la complessità dei temi connessi con la conservazione del patrimonio botanico delle Mura e del territorio.

C’è infine un aspetto che rende l’Orto botanico di Lucca un sito speciale rispetto ad altri: il suo svilupparsi tra spazi aperti e chiusi, incuneandosi nei percorsi segreti dei sotterranei per rivelarsi dall’alto del camminamento sulle mura, schermato dalle fronde degli alberi.

Le origini dell’Orto lucchese

Il 13 giugno 1820 veniva consegnato al Liceo Reale un appezzamento di terreno – entro le mura – denominato Piaggia Romana, perchè vi fosse edificato un Orto Botanico. Nella riforma degli studi attuata dalla sovrana Maria Luisa di Borbone, infatti c’era anche l’insegnamento della Botanica e questa disciplina “… è dell’indole di quelle che non può esercitarsi col solo raziocinio” ma “… abbisogna degli oggetti fisici, ed ostensibili che la natura presenta per esserne istruiti”. Era questo l’ultimo risultato di una richiesta fatta in tal senso da Bernardino Orsetti – allora ministro della Pubblica Istruzione – a Sua Altezza Reale.

Fu nominato Direttore dell’Orto il Professore di Botanica Paolo Volpi, che fece i primi impianti nel neonato giardino. Gli esemplari furono prelevati da due diversi luoghi; dalla villa Reale di Marlia, che già Elisa Baciocchi aveva fatto arricchire di numerose piante esotiche, e dai vivai presenti in Lucca dove venivano allevate le piantine per le alberature delle mura. Successivamente furono gli scambi con gli altri Orti Botanici, italiani ed esteri, a completare le collezioni. In particolare furono quelli di Pisa e di Firenze che fornirono la maggior quantità di semi. Paolo Volpi si occupò dell’Orto fino al 1830 anno in cui a lui successe il Professor Benedetto Puccinelli.

Il Puccinelli, che operò nel giardino fino al 1850, fu fecondo di iniziative. In particolare compilò una flora lucchese, in parte pubblicata dallo stampatore Bertini, in parte conservata in manoscritto presso la biblioteca dell’Orto così come il manoscritto che tratta dei funghi. Il direttore incrementò anche gli erbari. Dal 1850 al 1860 la responsabilità dell’Orto fu di Attilio Tassi, i cui interventi sembrano assai limitati. Al Tassi successe Cesare Bicchi che si occupò del Giardino per ben 46 anni, dal 1860 fino al 1906.

L’attuale volto dell’Orto di Lucca è il frutto del lavoro di quest’ultimo che molto fece per l’istituzione da lui diretta. L’impianto della maggior parte degli alberi ora presenti è opera sua, come la costituzione di quell’erbario più cospicuo che porta il suo nome; anche la costruzione del laghetto è legata al Bicchi.

Successivamente, fra la prima e la seconda guerra mondiale, l’Orto cadde in disgrazia sopravvivendo alla stregua di un pubblico giardino. Solo alla fine degli anni Cinquanta la Prof.ssa Roma Melinossi, fu incaricata dall’amministrazione comunale di rivedere le collezioni per la ripresa di un’attività che, in effetti, riuscì a rendersi concreta solo intorno al 1970.

Fonte Opera delle Mura di Lucca

Le Mura di Lucca

April 7, 2010

Le Mura di Lucca, un parco urbano

Le mura di Lucca Le mura di Lucca, costruite tra la metà del Cinquecento e i primi anni del XVII secolo, rappresentano un sistema fortificato che si è mantenuto integro fino a oggi. Passate attraverso il processo di trasformazione della città, hanno con essa formato un unicum inscindibile.

La loro particolare caratteristica di fortificazioni “alla moderna” stabilisce, per la sua stessa natura, una proiezione fisica e funzionale con la città e con il territorio. Tale caratteristica ha sviluppato nel corso del Sette-ottocento una riconversione civica di tali strutture che hanno finito per configurare l’intero anello come passeggiata puntualizzata da una serie di strutture (dal campo per il gioco del calcio poi divenuto “orto botanico“, all’anfiteatro per le corse dei cavalli poi trasformato nel “piazzale Verdi” ecc.) a carattere ludico-ricreativo. Le stesse alberature, piantate fin dall’epoca della costruzione della struttura militare a scopi strategico-funzionali, sono state sostituite con piante dalla monumentalità decorativa, conferendo all’intera cerchia un’immagine di grande parco urbano.

Le mura di LuccaLe mura rappresentano oggi un parco ad alta valenza culturale che può stimolare momenti di conoscenza e di fruizione non solo per la città ma anche per l’intero territorio. Tale sistema rappresenta un segno forte con il quale la comunità si identifica, proiettandovi aspettative in termini di qualità e di valorizzazione selezionata capace di esercitare un’eccezionale attrattiva turistica; è il momento significativo di sintesi della dialettica città-territorio.

In particolare l’intera area è caratterizzata dalla presenza di una serie di manufatti a carattere ludico-ricreativo prevalentemente in corrispondenza dei baluardi, ma comunque anche lungo la passeggiata: panchine, tavoli attrezzati per consumare spuntini o effettuare altre attività, fontane con acqua potabile e soprattutto aree attrezzate con giochi per i bambini.

Da strumento di difesa a gioiello monumentale

Quella attualmente esistente è la quarta cinta muraria, l’ultima tra quelle di cui Lucca nel corso dei secoli si è munita. La prima fu quella romana del II secolo A.C., la seconda quella medievale terminata nel 1270. Alla terza si lavorò intervenendo sul precedente tracciato tra la fine del quattrocento e l’inizio del secolo seguente. Intorno al 1500 però la tecnologia militare fece passi da gigante.

Gli eserciti cominciarono a utilizzare armi a tiro dritto, artiglierie che avrebbero potuto non essere fermate dalle Mura che cingevano la città e che erano, in sostanza, alte, esili barriere progettate più per impedire lo scavalcamento di colpi a traiettoria calante che la forza dirompente dei colpi diretti. A complicare ulteriormente le cose ai lucchesi – che rimarranno indipendenti fino al 1847 – era anche Firenze i cui domini estesi a tutta la Toscana arrivavano ad Altopascio, un paese a quindici chilometri da Lucca.

Così, pur se a malincuore, a causa delle ingenti spese necessarie, nel 1544, dopo estenuanti dibattiti, fu avviato un cantiere che ebbe vita lunga e tormentata. I lavori furono diretti da esperti provenienti da diverse città italiane (in particolare da Urbino) e da tecnici fiamminghi. Elevatissimo il numero di sterratori, carrettieri, carpentieri, fornaciai, fabbri e muratori giornalmente impegnati (fino a 2.000) tanto che, per le mansioni più semplici, tra gli abitanti del contado, si ricorse ad una sorta di arruolamento obbligatorio, le cosiddette “comandate”, partite di lavoranti prese a giornata o a settimana. I lavori terminarono definitivamente più di un secolo dopo, nel 1650.

La cerchia è composta da dodici cortine, a terrapieno, che congiungono tra loro undici baluardi: nove a sprone, assai sporgenti e muniti di orecchioni (secondo una tipologia costruttiva affermatasi alla metà del ‘500); uno, quello di S.Maria, dai fianchi quadrati; e uno, quello di S.Frediano, più propriamente una piattaforma. Quattro chilometri e duecento metri di fortificazione con muro a scarpa, larga alla base trenta metri, sulla quale erano piazzati 124 pezzi d’artiglieria. Verso la città scendevano gradoni di terra dove, per consolidare i terrapieni e per procurarsi legna in caso di lungo assedio, furono piantati degli alberi.

Verso l’esterno il sistema difensivo fu rafforzato dallo scavo di un fossato di trentacinque metri di larghezza, da dodici mezze lune di terra con basamenti in muratura (due delle quali, le uniche rimaste, sono presenti nel tratto compreso tra la piattaforma di S. Frediano e il Baluardo di S. Donato), da un lungo terrapieno continuo e infine dal taglio di tutte le piante entro un raggio di mezzo miglio, l’area di rispetto (chiamata la linea delle tagliate) realizzata per non lasciare al nemico, nelle immediate vicinanze della città, legname per le artiglierie.
Le costruzioni che sono presenti lungo le cortine, le “casermette”, erano gli alloggi della guardia.

L’unico allarme che queste Mura hanno fronteggiato è stato quello dell’acqua del fiume, il Serchio, che nel 1812 stava per inondare la città. Furono in quell’occasione chiuse e tamponate tutte le porte e la città rimase illesa. Al 1812 del resto le Mura avevano attenuato il loro carattere marziale perché gli austriaci durante uno dei due avvicendamenti con l’esercito francese avvenuti dopo il 1799, si erano portati via i cannoni. Dopo il Congresso di Vienna il nuovo Ducato di Lucca (la città era stata prima governata per alcuni anni come Principato dalla sorella di Napoleone, Elisa, poi da alcuni governi provvisori) fu affidato ai Borbone di Parma, nella persona della duchessa Maria Luisa che incaricò, nel 1818, l’architetto Lorenzo Nottolini della nuova sistemazione a verde di una parte di Mura.

Nel 1820 fu istituito l’Orto Botanico ben presto centro di ferventi studi scientifici, strumento di gestione del nascente parco delle Mura, e fondamentale centro di diffusione di apprezzate specie esotiche nei giardini della città e nei parchi del territorio.

La riconversione dell’antico sistema difensivo ad uso civile, per il tempo libero e lo svago, fu poi ulteriormente accentuata nel 1840 quando fu costruito, sul Baluardo S. Maria, il Caffè delle Mura, poi demolito e ricostruito arretrato nel 1885, per creare uno piazzale con la statua di Vittorio Emanuele II, in diretto collegamento con il centro urbano.

E’ il concretizzarsi di quell’idea di parco pubblico che proprio in quegli anni cominciava a diffondersi e a prendere corpo.

Le porte originariamente erano solo tre: S. Pietro, S. Donato e S. Maria. Porta Elisa, di stile neoclassico, fu inaugurata nel 1811. Porta S. Anna nel 1910. Porta S. Iacopo (o IV Novembre) nel 1930.

Da sottolineare che nel 1866 di fronte al rischio di una vendita delle Mura ai privati il Comune decise di acquistarle dal Regio Governo (al cui demanio come struttura difensiva appartenevano): una scelta felice che ne ha garantito la sopravvivenza.

Fonte Opera delle mura di Lucca